**Nel suo ultimo editoriale, Michele Santoro si interroga sulla verità dell’informazione. Il tema è scottante: quanto di ciò che vediamo – servizi, reportage, racconti – finisce per somigliare più a una fiction che al giornalismo? Santoro ci invita a riflettere sul confine sempre più sfumato tra realtà e narrazione: un confine che può condurre alla manipolazione o al sottrarsi alle responsabilità.
L’informazione come prodotto narrativo
Santoro mette in guardia dalla tendenza, oggi dominante, di confezionare notizie secondo meccanismi da serial: ritmo, suspense, montaggio studiato. Ma a che prezzo? Dietro ogni montaggio carico di pathos, potrebbero esserci semplificazioni, omissioni e interpretazioni non neutre.Il ruolo del giornalista tra raccontatore e controllore
Nel video emerge una domanda forte: il giornalista sta raccontando o sta controllando? E soprattutto: lo fa pensando per prima cosa all’audience e allo spettacolo, o alla verità in sé?L’editoriale come “chiamata alle armi civiche”
Per Santoro, comprendere questa dinamica non è un mero esercizio accademico, ma una responsabilità civile. Dobbiamo imparare a leggere tra le righe, a riconoscere i meccanismi narrativi celati, per non lasciarci passivamente contaminare da “fiction” spacciata per realtà.
Libertà d’informazione e consapevolezza: in un’epoca di post-verità e fake news, smascherare la fiction è un antidoto alla disillusione e alla manipolazione.
Diritti e doveri: se il racconto si trasforma, cambia lo statuto dell’informazione – e con esso i nostri diritti come cittadini.
Cultura critica e partecipazione: attivare la capacità di decifrare i media significa far crescere la democrazia – rendendola più robusta, meno vulnerabile alle narrazioni confezionate.
Guardate l’editoriale (link in testata): noterete l’intensità del tono e la scelta delle immagini, una vera lezione di stile, ma anche di verità.
Commentate: vi siete accorti anche voi di narrativizzazione nell’informazione? Dove? In quale programma o notizia recente?
Condividete: se vi sta a cuore un’informazione più trasparente e meno spettacolarizzata, fate girare il confronto.
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