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L’inconfondibile suono English anni 90, un disco da ascoltare tutto d’un fiato.

I Amusement Parks on Fire sono un gruppo rock britannico di Nottingham. La band è stata fondata da Michael Feerick nel 2004,che ha scritto ed eseguito tutti gli strumenti per l’omonimo album di debutto.

Nel cuore nebbioso di Nottingham, mentre il nuovo millennio si affacciava con le sue promesse digitali e le sue paure analogiche, un ragazzo armato di chitarra, delay e riverberi costruiva un piccolo tempio sonoro. Era il 2004, e Michael Feerick, polistrumentista visionario, dava vita agli Amusement Parks on Fire, progetto musicale che avrebbe riportato alla luce le suggestioni dello shoegaze britannico contaminandole con nuove derive post-rock.

Non era solo nostalgia, ma una rinascita personale e collettiva: i My Bloody Valentine e i Ride venivano scomposti e rimescolati tra le pieghe di un suono che doveva essere sognante, sì, ma anche carico di tensione, stratificato e urgente. Il debutto omonimo del 2005 – registrato da Feerick in solitaria con il supporto dell’amico Daniel Knowles – è un piccolo gioiello sotterraneo, distribuito dalla Invada Records (l’etichetta di Geoff Barrow dei Portishead) e oggi considerato un culto per chi ama le distorsioni come forma poetica.

Nel 2006, la svolta: un contratto con la V2 Records, un viaggio in Islanda per registrare Out of the Angeles nello studio dei Sigur Rós, e poi la formazione che cresce – entra Gavin Poole al basso, Joe Hardy alle tastiere – e i palchi si allargano: Europa, Scandinavia, Giappone, fino al Summer Sonic Festival.

Gli Amusement Parks on Fire non cercano la fama facile, ma un’estetica sonora coerente, che passa anche per EP in tiratura limitata (Blackout, In Flight, A Star Is Born) e collaborazioni con altri outsider del panorama alt-rock come 65daysofstatic.

Nel 2010, la trilogia si completa con Road Eyes, il disco più adulto, prodotto sotto la nuova etichetta Filter U.S. Recordings, che chiude un primo cerchio della loro storia. Un album che profuma di maturità e malinconia, con una produzione più limpida ma senza rinunciare al caos controllato tipico del gruppo.

Michael Feerick resta il nucleo pulsante del progetto: voce, chitarra, anima. Attorno a lui, si muove un collettivo sonoro che ha saputo resistere al tempo e al silenzio, alle mode e agli algoritmi, seguendo una sola bussola: la musica come esperienza viscerale, come parco giochi emotivo in fiamme.

Per chi cerca la bellezza nelle distorsioni, per chi sa che certe emozioni vivono solo nei riverberi lunghi e nei silenzi improvvisi tra un feedback e l’altro, gli Amusement Parks on Fire restano una meta obbligata. Una di quelle band che non si ascoltano solo: si abitano.


Discografia essenziale:

Album:

  • Amusement Parks on Fire (INVADA, 2005)
  • Out of the Angeles (V2, 2006)
  • Road Eyes (Filter U.S. Recordings, 2010)

EP selezionati:

  • Blackout (2005)
  • In Flight (2006)
  • A Star Is Born (2007)
  • Young Fight (2009)